sabato 3 luglio 2010

Raid Cologna-S.Benedetto

Domenica 27 giugno

Partenza da Cologna Spiaggia ore 6.10
destinazione S.Benedetto del Tronto, obiettivo: arrivare entro le 10.00 (termine ultimo per regolarizzare l'iscrizione). In alternativa
mi avrebbe iscritto furtivamente Lorenzo ma a patto che riuscissi ad arrivare entro le 11.30 orario di partenza della regata.

All'inizio una bava di vento, da SW e nessuna traccia delle brezza di terra procedo così piano piano per circa un miglio quanto l'intensità aumenta un po' e al lasco la barca cammina bene, io seduto sul bordo, scia pulita e ondina che inizia ad alzarsi dal timone.
Supero il porto di Giulianova e continuo così per circa un'altro miglio quando il vento inizia a ruotare a destra: ora faccio sempre rotta diretta ma sono di bolina mure a sinistra. Buona velocità ma l'intensità è quella sfigata per il contender: troppa per stare seduti ma poca per stare comodi al trapezio; il risultato è un povero timoniere col trapezio alto, piedi contro la scassa della deriva e ginocchia semiflesse. Questo
unito al fatto che c'è un'onda lunga da nord causata da una bassa poco profonda in mezzo all'adriatico fa si che il lavoro di quadricipiti sia costante, cosa che in prospettiva regata un pochino mi preoccupa.

Comunque il vento continua la sua rotazione e mi ritrovo così a dover bordeggiare: mure dritta punto deciso verso terra mentre mure a sinistra sono di una ventina di gradi fuori dalla rotta diretta.

Le previsioni davano che la rotazione a destra sarebbe continuata quindi all'inizio decido di insistere sul bordo verso il largo in modo che quando avessi virato il buono mi avrebbe portato dritto alla meta. Dopo un po' però, il fatto che il vento non giri più unito alla distanza dalla riva che adesso è considerevole (specie considerando che per le dotazioni che ha, ovvero nulla, il contender dovrebbe rimanere entro i 300 metri dalla riva) decido di fare un bordo mure a dritta per riavvicinarmi.

Nonostante il bordeggio e la scarsa intensità, alle 8.00 sono al traverso del pontile di Villarosa;
percorse finora 8 miglia alla media di 4 nodi. Nel programmare la navigazione avevo ipotizzato una velocità media di 3 nodi e quindi
mi ritrovo con circa un'ora di vantaggio sulla tabella di marcia.
Bene! Rientro in barca e chiamo Lorenzo per aggiornarlo sulla situazione.

Rittacco il telefono e...il vento se ne va.....

resto a ciondolare tra Villarosa e Martinsicuro per 40 minuti.... avevo cantato vittoria troppo presto.

Richiamo Lorenzo e gli dico che probabilmente dovrà iscrivermi lui, rimaniamo che lo avrei
richiamato dopo aver passato il porto di Martinsicuro per fargli sapere se ce l'avrei fatta ad arrivare in tempo per la regata.

Finalmente all'orizzonte vedo una linea scura che si avvicina... ed è bella scura! Il vento riparte, circa
10 nodi in aumento e rafficato. Evviva, posso stendermi bene al trapezio, la velocità aumenta, il confort anche, il mare pure ma la
cosa non mi preoccupa. Potrebbe invece essere un problema la direzione: diritto sul muso!

Incluso il tempo fermo in bonaccia, impiego un'ora a fare le 3 miglia scarse fino a Martinsicuro: sono le 9.00

Ma va bene, di questo passo ce la farò!
Finisco di pensare questo e.... STACK!!! mi ritrovo in acqua.... con una manovra degna di un funambolo riesco ad impedire che la barca
scuffi, risalgo e trovo che lo spezzone di dyneema che collega strozzatore e anello del trapezio di è rotto.
Mi arrabatto e riesco a fare una riparazione di fortuna. Riparto, viro, tempo di contare fino a 30 e..... STACK!!!! ….di nuovo in acqua. Anche questa volta impedisco la scuffia e mi accingo a vedere cos'è successo stavolta..... la stessa cosa di prima! Decisamente quegli spezzoni
erano arrivati alla frutta, hanno ceduto a distanza di 5 minuti l'uno dall'altro. Sistemo alla meglio anche questo e riparto.

Certo che il morale non è più dei migliori: è abbastanza destabilizzante ritrovarsi per 2 volte di fila in acqua senza colpa. Finalmente il vento continua a girare verso destra ma io sono a sinistraaaaaa!!! ok, manteniamo la calma, spingiamoci ancora di più sottocosta che magari la rotazione è accentuanta dal barlume di termica causata dalla sabbia che si scalda. Così è e riesco mure a dritta a proseguire quasi parallelo
alla costa. Nel frattempo Lorenzo mi chiama ma non rispondo: ormai manca poco e ho già deciso che la regata la salto: i trapezi arrabattati sembrano tenere ma la velocità di manovra è drasticamente aumentata insieme al rischio di piantarsi prua al vento.

Penultima chicca: manca mezzo miglio scarso, faccio uno stacchetto verso il largo, riviro, vado ad agganciarmi al trapezio (nel frattempo l'aria è aumentata e ci vuole un po' di agilità) faccio per uscire e.... una delle cinghie dell'imbrago che tiene in posizione il gancio del trapezio si allenta.... ok, non è proprio giornata... riesco a mollare randa in tempo per risparmiarmi un bagno e rimetto a posto la cinghia.

Ormai sono le 11.30 e vedo intorno a me le barche uscite dal circolo ragn'a vela che provano i bordi.

Mi avvicino al corridoio di lancio tra i frangiflutti... sembra abbastanza libero.... dovrò entrare di lasco e non ho troppi margini per rallentare in caso di bisogno.

Quello che racconto ora si è svolto nel giro di 10 secondi: entro al centro per lasciarmi dello spazio di manovra in entrambi i sensi, metà deriva alzata, tolgo la coppiglia di fermo della pala del timone, alzo lo sguardo è..... il motoscafo posaboe è ancorato di traverso nel corridoio, decido così di tenermi sulla destra e passare sopra l'ancora in modo da non rischiare il timone contro la cima con cui è ancorato... anzi...
avevo quasi deciso quando con la coda dell'occhio vedo una signora, prima coperta dal motoscafo, dall'altra parte del corridoio ma circa
10 metri davanti a me.... è su una secca con l'acqua che le arriva alle caviglie.

BEEEEEEENEEEE......

...se orzo secco esco dal corridoio e falcio una decina di ragazzetti che giocano lì accanto... decido per
la poggiata secca sperando di evitare la cima del motoscafo, strambo, continuo orzando e riesco più o meno a fermarmi tra il motoscafo e i
frangiflutti. ...fiuuuu è andata bene penso, ora il vento mi farà scarocciare lentamente verso la spiaggia.... e invece no! Una strana corrente mi tira verso i frangiflutti.... e che cavolo, possibile che ora debba sfasciare il legnetto per una cazzata?!?!?!?

mi butto in acqua per tenerla lontana dagli scogli assassini, la barca rolla, mette il boma in acqua e scuffia. Ma possibile?!?!?! dopo quello che è succeso con i trapezi scuffio ora?!?!? come un gatto afferro la deriva e la rimetto dritta; ormai gli scogli sono vicinissimi alla prua... tipo un metro scarso.... nuotando la allontanto e poco dopo inizio a toccare sulla secca, piano piano guadagno la riva.

Vedo Lorenzo che.... non mi ha nemmeno portato una birra di ben arrivato!!!

Poverino con quella manovra filo-scogli gli ho fatto pardere 10 anni di vita, in effetti sembra più vecchio del solito.


Il dopo è routine: birra, birra, barista carina che guarda me, barista gay che guarda Lorenzo e continua a passargli davanti, sistemazione della barca, ecc.



P.s.: direte: come facevi a sapere quante miglia avevi fatto? Avevi un GPS?

No, mi ero fatto un foglietto con le distanze tra vari punti cospicui. Foglietto che per evitare che si bagnasse avevo scotchato integralmente sulla coperta a poppa... pare abbia funzionato bene e ora entrerà di diritto nella bacheca dei ricordi.

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