lunedì 27 settembre 2010

Soddisfazioni da pippa!

Follonica, 24-26 settembre

Concluso il weekend Follonichese.
Partenza di venerdì, primo pomeriggio, arrivo a Bracciano dove abbiamo caricato le barche sul mitico ellebì d'epoca (a sandwich con 2 gomme in mezzo) e ripartenza per Follonica dove arriviamo sotto la pioggia alle 10 di sera.

Sabato
Dopo una bella dormita al b/b Eden Beach (simpatici e gentili i proprietari Enrico e Marika, un box doccia degno di questo nome, camere pulite, una vista spettacolare sul golfo con annessa isola d'Elba e isolotti vari, il tutto ad un prezzo onestissimo: consigliato!!!) mi sveglio alle 7 e intanto che aspetto l'uscita dal letargo di Lorenzo mi faccio un'ora di passeggiata sulla spiaggia.
Arriviamo al circolo e ci si saluta con tutti, conosciuti ma anche no, perchè tanto si è tutti amici accomunati oltre che dalla passione per la vela, anche da quel gioiello che è il contender, è vera empatia :)
Tra tutti (e non sono pochi) c'è gente veramente forte, tipo il novello campione italiano e il futuro (attuale) vincitore della ranking nazionale.....mica pizza e fichi!
Il vento non si fa desiderare, da subito è bello fresco e io so da subito che sarà una bella faticata.
Ci fanno fare 3 prove ed credo sia superfluo dire quanto i miei (non)muscoli abbiano patito durante la terza (che tra l'altro non ho nemmeno concluso a causa di una scuffia disastrosa)
Partenze tutte fatte in barca e lontano dagli impicci che a far danni da coglione con questo venticello non ci vuol nulla quando si è pippe come me.
Prima prova: bolina arrancata, vang medio, base con 4 dita di camber, cunningam appena puntato e deriva alla seconda tacca: snaso in continuazione per riuscire a tenerla e mi ritrovo in breve nella seconda metà della flotta; ottimo il primo lasco a tutta birra dove recupero bene, sono insieme a Martini (mica male!) peccato che mentre schienocazzopoggio nel secondo lasco volando su una cresta (piccola nota: onda corta e ripida più adriatica che tirrenica) e scendendo molto poggiato, metto il piede destro quasi a centro poppa, perdo il progrip e volo letteralmente sulla panca sottovento -_-" la nota positiva è che sia io che sir galahad siamo illesi, quella ngativa è che mentre ci tiriamo su veniamo sverniciati da diversi amici-avversari. Seconda bolina parente stretta della prima e poppa senza infamia con giro di boa e stacchetto di traverso da manuale con distacco degli inseguitori.
Seconda prova: stavolta uso il vang per far piangere il boma che acquisisce una bella forma a C (maledetto alluminio) e la tengo molto meglio in bolina ma un bordeggio errato (e un piccolo dettaglio scoperto nella terza prova) non mi fanno brillare; laschi da manuale, seconda bolina parente stretta della prima, poppa non male e di traverso recupero alla grande su un collega che mi precede: per un soffio non riesco a sfilarlo da sottovento in gran planata, così mi riaccodo aspettando le raffiche per riprovarci (odio orzare per coprire) ma....scarso di intensità e direzione e finisco in acqua.... la barca è potentissima e così mi trascina per almeno mezzo traverso...il tempo necessario a riarpionare con le zampe il pozzetto e tirarmi su con una bella orzata; peccato che nel frattempo alcuni mi passano...riesco giusto a resistere all'attacco di Bruno Orfino e una volta arrivati lui mi spiega che con vento così oscillante devo avere più riflessi e agilità per provare una conduzione rischiosa perchè alla fine potrebbe pagare di più starsene tranquilli nel pozzetto evitando di fare cazzate.


L'impietoso scatto del fotografo che mi becca mentre faccio sci nautico

Terza prova: capisco che se tengo il boma più largo, la velocità aumenta esponenzialmente a scapito di una minima perdita di angolo... bene! Solo che ancora non ce la faccio a tenerla piena (più tardi Stephane mi consiglierà di alzare ancora di più la deriva in quelle condizioni); purtroppo poi scazzo completamente il bordeggio e in una virata mi pianto prua al vento e così sono tipo negli ultimi 3-4 però........ al lasco il vento aumenta da dietro e io avanzo insieme a lui recuperando metri su metri alla velocità della luce (penso di aver fatto alcune tra le mie più belle planate contederistiche in quel lasco) ma poi...scarso, finisco in acqua, cazzo e orzo bello vivace per evitare il disastro della prova precedente ma in quel preciso istante arriva una rafficozza che non solo mi fa uscire dall'acqua ma mi fa anche volare sottovento, in acqua tra barca e boma! cerco di risalire rapidamente sfruttando la torretta e la scassa prima che la barca vada a 180° ma le braccia (come pure gli addominali......si,proprio loro: avevo il trapezio molto lento e così sono toccati gli straordianri anche a loro) non avevano più benzina: barca a 180, lento inerpicarsi sullo scafo, eskimo (con occhiali da vista (dimenticate le lenti a Giulianova :@) con annesso quasi affondamento di gommone assistenza che mi stava avvicinando da sottovento e dopo 3 secondi di calcoli mentali decido di ritirarmi;
2 motivi principali:
-ho perso 10 minuti e gli altri sono ormai ben lontani
-se scuffio di nuovo mi ci vuole una mezzora per risolvere...fisicamente sono un rottame....
Il gommone appoggio, felice di galleggiare ancora, mi da i punti di riferimento per ritrovare il circolo e allostesso tempo evitare degli scogli affioranti lì vicino e così taglio il campo di regata mentre gli altri sono a metà della seconda bolina.
cena è sera, zampe sotto al tavolo e oltre a conoscere diversi colleghi "nordici", scatta il solito divertentissimo scambio di aneddoti: vendette tra laseristi, carrelli stradali che seminano il panico per le strade, una testa di porchetta infilzata sulla penna d'albero del pluricampione con questa che finisce per scivolare fino all'attacco delle sartie e mi è giunta voce che dall'altro lato del tavolo Patrone abbia dato spettacolo con storielle subito tradotte in inglese;

Domenica
Vento poco e così si ciondola per la spiaggia parlando di gnocca e prossime regate, gnocca e campionati invernali, gnocca e attrezzature. L'unica cosa che è riuscita (ma solo per un istante, eh!) a calamitare l'attenzione dei contenderisti distogliendoli dalla gnocca, è stata l'ostentazione delle mie nuove scarpette fucsia shocking.
Alla fine si va in acqua, finalmente ondona lunga tirrenica da SW ma vento poco e oscillante, 2 tentativi di dare la partenza ma alla fine tutti a casa. Il rientro è una bolina spaccata e così si fa subito a capire come sia scattata una regata ufficiosa tra buchi, rotazioni e raffiche. Ovviamente appena sono rientrati tutti, si alza un bel vento parente di quello del giorno prima -_-
Premiazione e mi becco pure una vela di cristallo in quanto partecipante più giovane.
Carichiamo le barche e torniamo in B&B, ripartiremo la mattina dopo con calma.

lunedì 13 settembre 2010

Settembre sul lago - atto II

quì un piccolo resoconto soft
http://www.ivelacci.com/raduni-f4/sabato-11-dom-12-lago-di-bracciano-t2684.htm#56053

ora qualche aggiunta tecnica:
sabato mattina oltre alle parolacce per le lamelle, c'è stata anche una mezzora buona di lite con l'accrocco per regolare l'apertura delle crocette, e solo per giungere alla conclusione che l'accrocco non funziona più, in pratica un motivo in più per cambiare albero... peccato, perchè un pochino mi sono affezzionato al mio mio vecchio wavelength compagno di mille scuffie (vabbè, magari non mille ma comunque tantissime).

Per la prima volta ho lasciato completamente in bando il cunningam, proprio come se nemmeno fosse montato; il motivo è che alle regate dello scorso weekend la dote che mi mancava maggiormente era l'angolo, così ho optato per conservare una concavità più arretrata con un bordo d'ingresso più piatto. Il risultato è stato quello atteso e tralasciando per un momento le classifiche, avevo lo stesso angolo degli altri pur non perdendo nulla come passo e anzi, penso fossi sulle prestazioni di quelli che col contender ci parlano; A farmi perdere passo erano le raffiche che mi buttavano giù molto più facilmente di quanto non accadesse agli altri carbomuniti anche più leggeri di me (motivo principale per cambiare materiale dell'albero, insieme al momento d'inerzia in caso di onda in prua). Altri momenti per me penalizzanti erano gli scarsi di intensità: infatti da quello che ho potuto notare la ullman in laminato è molto (troppo) sensibile a queste variazioni e per tirare esige di essere accuratamente regolata, in particolare di vang (per regolare il quale si deve anche agire sulla scotta). una strada che vorrei tentare (ma non in regata magari) è quella di lasciare una vela regolata per i momenti di poca pressione e poi affrontare i rinforzi cazzando la scotta per abbasare il boma e chiudere la balumina; l'inconveniente è che così facendo si porta il boma molto a centro barca e così forse mi toccherà riportare il grasso un po' in avanti col cunningam... vadremo :)
Voglio poi modificare la parte di trapezio tra anello e strozzatore in moda da avere una coda velocemente regolabile così da potermi tirare fuori dall'acqua in caso di scarso prolungato senza però dovermi sganciare o agire sullo strozzatore.
Riguardo le lamelle ho una mezza idea di chiudere completamente la parte più a prua della scassa dove in effetti la deriva non arriva mai, poi proverei delle lamelle più morbide per un breve tratto e infine lasciare la parte a poppa completamente aperta (ovviamente il tutto unito ad un tappo degno di questo nome).
I circuiti... il vang a circuito chiuso finisce oggettivamente un pochino tra le palle quando è cazzato in regime da ventone ma forse riesco ad ovviare portando la coda a prua davanti all'albero e con un elastico che dal ponticello la tiene in tensione; base e cunningam invece restano di lunghezze e ingombri dignitosi.
Voglio accorciare la barra del timone, ma allungando di almeno altrettanto lo stick (con ondina lacustre, steso al trapezio molto a prua, già ora sono al limite: in pratica tengo lo stick tramite il pomello finale).
Il rake che ho mi sembra buono, il boma sembra alto perchè l'albero non flette molto, ma quando c'è molto vento e ci vado pesante di vang, arriva ad un'altezza di poco maggiore che se montassi una vela classica.
Urge (e forse questa è la spesa più impellente) un boma in carbonio leggero; l'attuale è estremamente penalizzante in poppa se non c'è abbastanza aria da tenerlo in posizione e ce ne vuole ancora di più in caso mi venisse voglia di rollare e/o pompare per bene.
A proposito di pompaggio e rollio: ammazza i braccianesi quanto vanno! ahah Pensavo fosse una peculiarità di Riccardo e invece anche Stephane... ci da! dopo il primo attimo di smarrimento mi sono adeguato (pena il venir risucchiato degli inseguitori) e alla fine di domenica penso anche di aver acquisito tecnica e ritmo se non buone almeno decenti.
Timone, deriva e pozzetto hanno bisogno di qualche ritocchino, dovrò ricordarmene a follonica sperando di avere tempo per metterci mano. Indispensabili le "L" per tenere la deriva nella scassa, altrimenti ogni scuffia con deriva non bloccata dalle cime di up-down mi fa venire il patema d'animo (oltre che far diventare scomoda l'operazione di raddrizzamento a causa dell'eccessiva libertà di scorrere).
Altra cosa da cambiare sono i filetti in nylon sulla balumina della vela con altri di lana.
Le scarpette nuove rosa shocking tengono incredibilmente sul progrip ma sono peggio di saponette sulla vernice (e anche gli stivaletti non erano molto moglio) quindi il pozzetto va quasi del tutto foderato; quest'inverno provvederò, tanto avevo già deciso di eliminare il verde :)

Osservazioni sull'attrezzatura altrui

Molti avevano bandierine segnavento in testa o vicino alla vare del boma: non mi convince, mi trovo benissimo col mio amico filo di lana sullo strallo, magari ne aggiungo solo altri 2 più corti alle sartie per aiutarmi in poppa.
Sabato nonostante il ventone credo ci sia stata solo una rottura: la trozza su un avantgarde, comunque velocemente sostituita la mattina seguente.
Tra le vele c'erano circa 10 elvstrom in laminato, poi 4 o 5 dacron, una wavelength in laminato e le 2 ulmann mia e di Lorenzo.
A vedere le classifiche i legni sono stati surclassati dalle plastiche ma ciò è probabilmente dovuto (quasi) solo ai manici che ci stavano sopra.

mercoledì 8 settembre 2010

Settembre sul lago- atto I

copio e incollo il report che ho scritto per la mailing list di classe.

Bracciano - 5 settembre 2010

Visto che nessuno ne da notizia, provo a parlarvene un po' io.
Poichè ero moooolto lontano dalla testa e non ho le classifiche, non posso darvi un report sulle prime posizioni, quindi mi limiterò a raccontare quella che è stata la mia giornata.
Partenza da roseto alle 8.30 con Lorenzo, macchina in prestito e barche a sandwich con ripieno di copertoni d'auto; poco traffico e così alle 11 siamo all'AVB. Mentre Lorenzo slega le barche, io vado insieme a Mario a fare l'iscrizione presso AVVV. Poi con l'aiuto di Stephane e Riccardo Baronio scarichiamo e iniziamo ad armare. Siccome durante le operazioni di carico il giorno prima, metà di una lamella ha ben deciso di abbandonarmi, mi ritrovo ad armeggiare con "Artiglio" e nastro trasparente per dare una rattoppata che (spero) possa tenere.... rimetto la barca dritta, e inizio a mettere mano alle basse aspettandomi condizioni di vento leggero/medio. Ci mangiamo una cotoletta, tiriamo su le vele e andiamo in acqua. Subito si è palesato il mio timore più grande: ho il pozzetto che sembra un idromassaggio per quanta acqua entra dalla scassa della deriva -_-"
La fiducia che riponevo nella riparazione lampo della lamella era malriposta
Vabbè, ormai non posso farci nulla, metto il tappo che almeno mi evita di portarmi appresso in pozzetto 10 litri d'acqua e attraverso il lago per raggiungere il campo di regata; man mano sento il vento (in poppa/lasco) aumentare e già inizio a maledirmi per aver messo su un albero in stile "pioppo" anzichè "giunco".
Iniziano le procedure di partenza: i primi a partire sono i 470 e osservandoli è palese che vuoi per il vento, vuoi per la conformazione del lago, la tattica non lascia posto a estro e fantasia: megabordo mure a dritta, virata quasi in layline e quando arriva lo scarso si rivira e ci si fa portare in boa dal buono. Nel frattempo partono i fireball e contestualmente issata di "charlie" e "papa", ero distratto e così mi preparo per prendere il tempo al minuto; purtroppo nel frattempo ero scaduto sulla sinistra della linea e così tra lo strambare, lo scorrere la linea, aggirare un ammasso di finn che stavano tra le OO, parto si in barca comitato ma con una decina di secondi di ritardo. Sono comunque tranquillo perchè generalmente con quelle condizioni ho una buona bolina....e invece NO! Causa vento teso avevo tirato su un po' troppa deriva e così nonostante la partenza sopravvento a tutti e libero da coperture, scarroccio e in 30 secondi mi ritrovo sottovento a tutti. Decido quindi di abbassarla (non tutta comunque) e la situazione migliora un po' ma ora non la tengo e così mi ritrovo a navigare un po' più poggiato e snasare e/o lascare sulle raffiche.... in conclusione giro la boa ultimo. Il morale si risolleva nei 3 bordi alle portanti, dove scelgo di rischiare la conduzione in strapoggia e recupero molta strada fino a portarmi a ridosso di Lorenzo, e Mario. La seconda bolina la affronto con il vang cazzato che più cazzato non si può per cercare di piegare lal massimo il "pioppo" e ma non è che vada tanto meglio, tant'è che non riesco a guadagnare su Lorenzo (passato per un suo errore all'inizio della bolina appena dopo il giro di boa) e anzi perdo ancora qualcosa da Mario. Nell'ultima poppa però vado alla grande in strapoggia rollando sulle "ondine" (a parità di vento, al mare sarebbero state di almeno un metro) e riesco così a riprendere Mario che sceglie una conduzione più conservativa.
Seconda prova con ottima partenza, sono il più vicino alla barca comitato e sono partito 2-3 secondi dopo lo start; però..... mi manca ancora qualcosa in angolo e così in due da sotto mi portano a dover virare. Da lì tento di rimanere più al centro del campo cercando di sfruttare le serie di buoni e scarvi visto che ora il vento si è fatto più ballerino e fino ad un certo punto la cosa mi paga ma poi entro in una chiazza da trapezietto e perdo ancora strada che poi in parte recupero alle portanti; stesso copione per il sendo giro ma a differenza della prima regata non riesco a riagganciare Mario (Lorenzo nel frattempo è DNS avendo qualche problemino fisico mentre un altro contender che avevo passato al primo lasco credo si sia ritirato dopo una scuffia nella seconda bolina).
Il ritorno all'AVB è una mega bolinona in cui saltano fuori tutti i miei limiti di preparazione atletica (e che in parte si erano già fatti vedere alle fin delle boline della seconda prova).
Ora la barca è lì e io non vedo l'ora che arrivi sabato per poterla rivedere e per rifarmi delle brutte boline di ieri.

Federico
ITA 219

giovedì 2 settembre 2010

a volte ritornano...

Finalmente dopo una lunga degenza, la settimana scorsa Vittorio si è deciso a rimettere il Q-lo sul legno :)
Ora ci vorrà un po' per riprendere confidenza anche perchè la forza nel braccio è ancora al 20% (così dice) ma confido che a breve potremo ingarellarci in 3.
Il giorno dopo c'era più aria e così Vit si è risparmiato e io soo uscito con Lo, per la prima volta entrambi avevamo la ullman. Prestazioni simili (secondo me io andavo un pelo di più), ci siamo anche scambiati le barche e ancora una volta ho potuto apprezzare quanto la sua sia più easy da portare; la differenza (a spanne) dipende per il 50% dall'albero carbo che in condizioni di onda corta (non) si fa sentire, 30% boma carbo (momento d'inerzia mooooolto minore) e 20% timone pala fissa e con profilo più moderno del mio. Il risultato è che inizialmente andavamo ugualmente, poi ho cambiato stile di conduzione e la barca ha cambiato passo: questa va più assecondata e "lasciata fare", la mia è più da domare... la parola che mi viene in mente per descrivere la sensazione che si percepisce nel fare il confronto è proprio "facilità".
Nota nettamente a favore del mio legnetto è invece il vang: nonostante io abbia vecchi RWO una cima "segamani" il tutto è più efficiente dell'accoppiata swiftcord Got-MAf & harken carbo/ti-lite, suppongo causa errato dimensionamento cima-bozzelli. Vedremo di metterci le mani per migliorare.