Da quando iniziai la mia avventura "legnosa" (2 maggio 2010),
gli obiettivi che mi ero prefissato non sono variati: quello a breve termine è
fare più uscite d'allenamento e regate possibili (magari togliendomi qualche
soddisfazione), quello a lungo termine è arrivare al mondiale 2013 di Gravedona
con una preparazione dignitosa, in modo da poter partecipare attivamente alla
competizione e non essere quello di cui il CdR attende l'arrivo per poter
iniziare una nuova procedura; dovendo quantificare numericamente questa mia
aspirazione, provo a puntare alto (che tanto i sogni sono gratis), quindi
entrare in flotta gold o classificarmi tra i primi 10 della silver
equevarrebbero per me ad averlo vinto il mondiale.
Tutte le uscite, dalle batoste beccate con ventone agli snervanti
allenamenti senza vento, dai rodei affrontati col nostro grecale agli upgrade
fatti sulla barca e le varie manutenzioni, avevano quello come fine ultimo.
Ora il passo che mi attendeva era quello di passare ad un albero in
carbonio e prendere una nuova vela per sostituire la ullman che pur essendo
ancora dignitosa iniziava a mostrare qualche limite (sicuramente amplificato
dal mio poco manico). Il caso ha voluto che contestualmente alla necessità di
upgrade, mi sia capitata un'occasione per una barca di un amico, un po’ più
giovane e soprattutto di uno step progettuale più avanti della 219, con un albero in
carbonio praticamente nuovo e con una vela ancora più nuova (sebbene di taglio
molto differente dalla ullman).
Ci ho pensato molto, sicuramente molto più di quanto
avrebbe fatto uno sano di mente, ma alla fine ho deciso di fare il passo: ho
cambiato barca.
Ho acquistato ITA 292, nome originario Saevus (che in
latino dovrebbe stare per una roba tipo "feroce/crudele"), Bonezzi in
lamellare stazzato nel 1996, dotata di un fiammante albero Avantgarde e di una
nuovissima BRB (by Barbizzi Cassio).
L'ho portata al circolo e ho passato un paio di giorni
a fare del setup in modo da trasferirvi le scelte e i gusti che ho maturato in
fatto di attrezzatura in questi 2 anni; l'unica cosa che ancora non ho ben
metabolizzato è il vang poiché sulla prima barca avevo un sistema a leva con
cui mi trovavo molto bene ma che per la configurazione di strozzatori è
impossibile da attuare su questa che prevede invece un classico paranco a
cascata.
Mi sono poi concesso un pomeriggio per approntare una
tuning di base che mi sembrava potesse andare e per fare ciò ho dovuto anche
intagliare con le mie sante manine una nuova zeppetta per l'albero; il 29
aprile sono quindi finalmente potuto uscire a provare la bimba :)
Vento pochino, ma il giusto per iniziare a conoscersi,
anche considerando che purtroppo per vari motivi è dal 27 dicembre che non indossavo il trapezio: una
base di 5-6 nodi con alcune chiazze intorno agli 8.
L'uscita è andata bene e mi ha permesso di individuare
alcune cose da modificare per piegare la barca al mio stile e le mie abitudini
di conduzione: innanzi tutto devo alzare un po' lo strozzatore della randa, poi
devo accorciare lo stick di una ventina di centimetri e devo rendere l'archetto
della randa regolabile, inoltre vorrei fare una piccola modifica alla drizza
dell'hook ma questa è una cosa su cui devo ancora ragionare un po' su.
Sulla tuning base della vela ancora non me la sento di
esprimermi: ha un taglio davvero troppo diverso dalla mia vecchia ullman in
laminato; sono certo che la vela vada bene perché nei pur pochi (2) speed test
che effettuai contro questa barca, spesso aveva dimostrato una prestazione in
termini di velocità pura superiore alla mia (prestazione che però poi
pareggiavo grazie alla maggiore conoscenza del mezzo), ma devo ancora farmi
l’occhio a forma, profili, corde, regolazioni, ecc. Confido di riuscire a
partecipare a breve a qualche regatella di circolo abbastanza affollata in modo
da avere un paio di altri contender come termini di paragone e qualche altra
barca con cui confrontarmi (anche se a yardstick).
Quello che è certo è che ITA 292 ha comportamenti
molto più aggraziati di ITA219: prima mi trovavo su una barca nervosa, oserei
dire nevrotica, mentre questa si è dimostrata decisamente equilibrata e ciò si
esprime in una conduzione più....più….. "facile" (è l’unico termine
che rende bene l'idea)! Va dritta, non si appesantisce sbandando, il timone è
sempre efficiente, leggero e preciso e l'albero in carbonio di sicuro aiuta non
poco a limitare il beccheggio quando si naviga con un po' d'onda; certo, quelle
in cui l'ho provata erano condizioni ideali, ma sono pronto a scommettere che
con ventone resterà sempre più "facile" di ITA 219.
Nota di rilievo dell'uscita è stata poi che nel
rientrare (quando il vento purtroppo era ulteriormente sceso) ho incontrato un
pezzo della truppa Kingsail che era uscita col genesi 43 di Lorenzo e così...
ho anche le foto e un video del battesimo della nuova bimba! :)
sembro quasi contento :)
piano.....brava.....facciamo amicizia.....
sottotitolo: domani avrò tanto acido lattico nelle gambe da riempirci un bambinello (recipiente in vetro da 5L, ndr)
Come potete vedere è davvero una gran gnocca e ha
classe da vendere. Ciò unito al fatto che è un'autentica opera d'arte italiana,
ha ristretto notevolmente la rosa di nomi che avevo ipotizzato di darle: accantonati
quelli a tema musicale, a base di Led Zeppelin, AC/DC e Janis Joplin, la scelta
è ricaduta su "The Mona Lisa".
data la mia abilità artistica.... un miracolo!!!
P.S.: per i malevoli dei doppi sensi, si, Mona Lisa perché
" anca se veciotta e consumata, xe sempre una gran bea mona!"
Tanta roba!
RispondiEliminacambiata la barca ma l'invito a provarla resta ;)
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